LA PATOGENESI DELLA SINDROME EPILETTICA

 

LA PATOGENESI DELLA SINDROME EPILETTICA

Si pone al vaglio della scienza medica ( la medicina definita”scienza non esatta”), quanto sotto descritto nelle righe sottostanti,dove si descrive la eziopatogenesi dell’epilessia:pura IPOTESI?

Solo TEORIA?

Un TEOREMA o più TEOREMI?

Un COROLLARIO?

LA TESI, tutto ciò affermato corrisponde a al vero.

La sindrome epilettica , secondo il mio pensiero si instaura dopo un attacco ISCHEMICO ( l’attacco ischemico avviene sempre un trauma, sia legato ad azione meccanica chiusura rottura dei vasi sanguigni per uno sbalzo di pressione o fratture legate a cadute incidenti stradali, o di origine metabolica, virale , batterica), per non avere riconosciuto le aure associate a tale evento e avervi posto rimedio nel farle regredire;

Instaurata la sindrome epilettica, ogni qual volta questa venga scompensata darà la crisi epilettica “ICTUS” di forma più o meno benigna a seconda delle zone del cervello e non solo , legate all’attacco ischemico primario e secondario

I fattori scatenanti le crisi epilettiche, determinano l’attacco ischemico e/o ictus di carattere reversibile di andamento cronico oppure no, a seconda dell’esposizione ai fattori scatenanti le crisi epilettiche e il controllo posto dall’individuo all’avanzare della crisi stessa.

La parola epilessia dal greco vuol dire- ASSALIRE

Assalire da cosa?

La parola ISCHEMIA .arresto del sangue – condizione patologica determinata dalla diminuzione della quantità di sangue in una zona dell’organismo.

L’Ischemia ,nel caso non sia dovuta a pure e semplice chiusura dei di vene arterie capillari, avendo la rottura si ha L’infarto versamento del sangue nella zona interessata dall’ischemia dando luogo a gonfiore, il gonfiore va a comprimere i tessuti, muscoli , nervi, in questo modo impedendo ulteriormente l’ irrorazione e trasmissione del segnali elettrici tra le cellule interessate dall’infarto.

Il termine medico ICTUS, vuol dire colpo, shock – la parola ictus viene usata per descrivere tutte le manifestazioni morbose nel campo della neuropatologia.

Il termine medico SHOCK- riassume un’insieme di sintomi : brusca impennata della attività elettrica (superamento della soglia epilettogena) del sistema nervoso , caratterizzata da STUPORE ( intorpidimento irrigidimento dei tessuti “muscoli” locale e/o generale);

IPOTERMIA, da COLLASSO CARDIOASCOLARE (sindrome che compare bruscamente, con perdita delle forze in modo considerevole, polso frequente e impercettibile , con caduta della pressione arteriosa sistolica).

Lo SHOCK POLMONARE , derivante da IPERVENTELAZIONE , non va sottovalutato per eventuali CRISI EPILETTICHE. L’ iper ventilazione altera la capacità dei condensatori bioelettrici, la concentrazione plasmatica dei carbonati di sodio e/o di calcio, tale concentrazione viene variata dagli atti respiratori a seconda della neccessità del momento, allo scopo di mantenere pressoché costante la corrente tensione in circolo nei nervi, evitando il calo repentino di caduta o aumento di corrente e temsione elettrica ; in questo modo si eviterà il superamento della SOGLIA EPILETTOGENA. Per questa ragione l’iperventilazione al di fuori delle proprie necessità si rischiano le crisi epilettiche.

Le ADERENZE , legate agli interventi chirurgici al cervello per rimozione di tumori ematomi o togliere i focolai epilettici- lasciano cicatrici le quali spesso lasciano aderenze , a volte possono dare rigonfiamenti per attrito tra le parti, e andare a toccare altre parti le quali a loro volta danno luogo a compressione di capillari e struttura nervosa impedendo o rendendo difficoltoso il nutrimento e trasmissione degli impulsi elettrici nel cervello, con crisi epilettiche (pur essendo l’intervento chirurgico tecnicamente riuscito).L’ematoma a volte si riassorbe da solo, senza asportare il sangue con intervento chirurgico.

I Fattori le cause le quali vanno a scompensare la sindrome epilettica – il teorema della dilatazione e della contrazione- le crisi epilettiche avvengono in fase di rilassamento – ricevuto lo stimolo di una certa intensità, questo  darà luogo alla dilatazione dei muscoli, il rilassamento dei muscoli con la relativa contrazione avviene tramite scarica elettrica data dal ” FUSO NEURO MUSCOLARE ” più scariche bio elettriche e di elevata intensità nel breve periodo, senza dar la possibilità di dissipare la corrente tensiona prodotta in eccesso, determinerà il superamento della soglia epilettogena- l’per stimolazione dovuta ai fattori di scompensazione da prima daranno origine ad un attacco ischemico transitorio ,il mancato intervento di controllo sulle scariche elettriche date dal fuso neuro mosculare porterà all’ictus  crisi epilettica – la buona pratica per il controllo della sindrome epilettica comporta l’imparare la tecnica di rilassamento, la quale dovrà essere regolare e progressiva , fino punto di avere dissipata tutta la corrente in circolo in più di quella che serve per il normale vivere dei vari organi- Nota: L’ansia,il panico ed altri stat emotivi portano  a dilatare i muscoli ed una rapida contrazione . il controllo degli stati psichici è fondamentale importanza senza sottovalutare gli agenti scatenanti fisici/chimici.

In conclusione, la sindrome epilettica non è altro  che, ICUTS ISCHEMICO: la chiusira di uno o più vasi saguigni (quando ni si ha la rottura l’infarto) dovuta a  ostruzione dei vasi stessi  o la chiusura a seguito compressione del  vasi stessi in modo temporaneo legato all’edema che si è generato per poter riparare ii vasi itessuti danneggiati  dai fattori – da luogo alla crisi epiletticascatenanti l’icuts ischemico il repentino calo della pressione arteriosa e venosa legata al superamento della soglia epilettogena, determina la manifestazione della crisi.

 

EPILESSIA L’ INTERVENTO CHIRURGICO AL CERVELLO

EPILESSIA L’ INTERVENTO CHIRURGICO AL CERVELLO

L’intervento chirurgico al cervello per rimuovere il “focolaio epilettico”, un metodo assai rischioso, non sempre applicabile, per le zone del cervello interessate, alla gestione di funzioni indispensabili alla vita.

La rimozione dei focolai epilettici tramite l’intervento chirurgico, oltre alla valutazione caso per caso con accurati esami diagnostici (non con crisi provocate per sospensione dei farmaci), per potere registrare la zona interessata della crisi epilettica:

L’intervento chirurgico al cervello, va utilizzato per la rimozione di cisti, calcificazioni , masse tumorali, edemi , riparare strutture venose capillari connessioni nervose.

Personalmente escluderei la pratica chirurgica per la rimozione del focolaio epilettico, nel caso le crisi epilettiche siano legate alla diagnosi di FARMACORESISTENZA – prima di un eventuale intervento chirurgico legato alla farmacoresistenza, dato che i farmaci non sono riusciti a bloccare le crisi epilettiche, metterei in atto , in modo graduale , in un tempo più di un anno, la sospensione dei farmaci antiepilettici, questo per escludere la eventualità di responsabilità delle crisi epilettiche sia legata ai farmaci assunti per cura.

Non è detto che, la causa delle crisi epilettiche siano situate nella massa cerebrale pur misurando le variazioni del tracciato EEG sulla testa, il cervello riceve spesso l’insulto da altri organi e risponde con la crisi epilettica per poter limitare i danni.

Altra cosa è quando ci sono masse tumorali edemi calcificazioni cisti,le quali vanno a comprimere i nervi i capillari , impedendo la normale trasmissione del segnali elettrici e alimentazione delle varie zone del cervello interessate dalla compressione da queste masse, non facenti parte normalmente del cervello.

Prima di sottoporre e sottoporsi all’intervento chirurgico al cervello per la rimozione della parte , la quale da origine alla crisi epilettica è bene sapere, una volta tolta quella parte (non conoscendo ancora dal tutto a cosa serve quella parte di cervello che verrà tolta)ci potrebbe trovare- l’intervento chirurgico è tecnicamente riuscito – crisi epilettiche assenti – con altre patologie più gravi delle crisi epilettiche. Il chirurgo prima di intervenire è bene che si informi: si è posto in essere la prevenzione delle crisi epilettiche? Riconoscendo i fattori di rischio ,la sindrome epilettica da le crisi, ogni qualvolta viene scompensata – da fattori interni metabolici, esterni , personali e sociali ambientali- fatta questa ricerca, sospesi i farmaci eliminate tutte le situazioni di rischio ,le quali vanno a scompensare la sindrome epilettica- (l’intervento chirurgico non va utilizzato nel caso il soggetto eviti di prendere le dovute prevenzioni per evitare le crisi), si può provare con l’intervento chirurgico.

EPILESSIA SCOMPENSATA DURANTE IL RISVEGLIO

SINDROME EPILETTICA SCOMPENSATA DURANTE IL RISVEGLIO

Il risveglio, dopo una notte passata dormendo più o meno profondamente, coricati o seduti, a letto o su una poltrona per molti portatori della sindrome epilettica ,può essere una fase critica, rischio di l’inizio delle crisi epilettiche.

 

Nel controllo della sindrome epilettica in via generale, ogni brusca variazione dello stato in cui ci si ritrova, può determinare l’insorgere delle crisi epilettiche, nello specifico, in fase di risveglio I MUSCOLI SI TROVONO NELLO STATO DI RIPOSO (RILASSATI).

Pertanto onde evitare che, molti muscoli si mettono in fase di dilatazione (di lavoro), per essere subito dopo contratti da scariche elettriche date dal fuso neuromuscolare), con questo aumentando la differenza di potenziale, la corrente in circolo “RISCHIO DI SUPERAMENTO DELLA SOGLIA EPILETTOGENA”, i movimenti dovranno esser lenti, non alzarsi di colpo dalla posizione coricata a in piedi e giù dal letto – è buona pratica, stare svegli per un po’ sul letto , poltrona , sedia ecc., ed iniziare a muovere le gambe le bracia, mai di scatto; passare dalla posizione da coricati a seduti, e starci per un po’ di minuti, eseguendo dei movimenti, come accennato sopra; prestando attenzione a non piegarsi a testa in giù dal letto poltrona, per vestirsi legarsi le scarpe ecc.( in fase di risveglio , cambiando posizione si attivano i muscoli gravitazionali , molto potenti ( la differenza di corrente in circolo diventa elevata – questa corrente va tenuta sotto controllo al fine che non superi la soglia epilettogena, con atti respiratori ben calibrati ).

 

Altre cause : il calo degli zuccheri, non sufficienti a far funzionare i muscoli a pieno regime, on questo i muscoli si dilatano e contraggono in modo anomalo (da evitare, in modo categorico);

ritrovarsi al mattino con gli elettroliti, in particolare, cloro e sodio non sufficienti per far funzionare, correttamente gli impulsi elettrici per i comandi ai muscoli; ritrovarsi al mattino con una pressione arteriosa/venosa troppo bassa per poter alimentare i muscoli- è come un motore a scoppio o cicli diesel che non gli arriva la benzina o il gasolio quanto gli basta per funzionare-

Imparando a riconoscere le AUREE, soprattutto conoscersi, aiuterà nel tempo a stabilizzare la scompensazione dovuta al risveglio – per alcuni soggetti, i farmaci antiepilettici , al mattino vanno assunti ancora quanto si è a letto coricati , dopo averli assunti restare in posizione corica per circa un’ora – alla fine è il risultato che conta- non avere crisi epilettiche, pertanto ogni soggetto dovrà trovare le sue strategie per raggiungere tale scopo.

EPILESSIA SCOMPENSATA DURANTE IL SONNO

SINDROME EPILETTICA SCOMPENSATA DURANTE IL SONNO

La definizione di epilessia notturna, non è corretto, vorrebbe dire , le crisi epilettiche si manifestano durante la notte (quando manca la luce solare).

La sindrome epilettica scompensata durante il sonno, a volte da la crisi anche durante la pennichella, dopo pranzo.

Il principio fondamentale per evitare lo scatenarsi della crisi epilettica è il controllo su tutto, da chi è portatore della sindrome epilettica;

durante il sonno il riposo,(durante il sonno e riposo si entra in una fase di rilassamento, le crisi avvengono in questa fase) tale controllo , il presentire l’arrivo delle crisi epilettiche (AUREE), i tempi di reazione dopo le auree è molto ritardato rispetto a quando si è svegli, il ritardo nel compensare l’effetto destabilizzante dei vari fattori di rischio crisi , può essere fatale.

Le crisi epilettiche durante il sonno , possono dipendere da alcuni fattori:

  1. l’orario errato di assunzione dei farmaci antiepilettici, almeno 2 ore prima di coricarsi(come appare dai bugiardini svizzeri su alcune confezioni di antiepilettici) – tale precauzione d’uso , non conosco la ragione – in Italia, per lo stesso marchio principio attivo non è menzionato.:
  2. durante la veglia si va a compensare a tenere sotto controllo l’aumento della corrente della tensione, in modo più o meno automatico , con atti respiratori ben calibrati nel numero degli atti respiratori e dei litri inspirata espulsa al minuto;
  3. calo degli zuccheri , la glicemia, durante la veglia, quando si è attivi, la si compensa con facilità, mangiando pane, biscotti cioccolata ecc..;
  4. lo stesso dicasi per il mantenimento dell’equilibrio degli elettroliti CALCIO SODIO, CLORO, POTASSIO ecc.);
  5. lo scompenso sodio/cloro, a volte può portare un iper funzionalità renale notturna, con questo, un aumento della diuresi “pipì”, molte minzioni e quantità di urina determina un calo del o dei principi attivi prescritti per cura delle crisi,(pur avendo assunto i farmaci nelle dosi e ore prescritte dal neurologo , la concentrazione vplasmatica si trova deficitaria a riguardo effetto terapeutico) con il rischio di crisi epilettica – nel caso nella notte si dovesse verificare questa situazione , è opportuno alzarsi e star svegli;
  6. lo stesso dicasi nel caso , si abbia la sensazione di “MORIRE DAL SONNO”, un sonno anomalo, conviene stare svegli, non coricarsi, fino a quando questa aura, non cessi.
  7. Nel caso ci si svegli con l’inizio di scariche tonico cloniche (covulsione – i muscoli fuori controllo vanno bloccati subito all’istante – prima si interviene più è facile bloccare l’avanzare della crisi e i danni associati.

EPILESSIA – SPORT LA GINNASTICA

EPILESSIA – LO SPORT LA GINNASTICA

Le attività sportive , la ginnastica, per chi è portatore della sindrome epilettica , in particolare (voltaggio-dipendente) non va negata, solo proposta e non imposta, lo sport e la ginnastica riabilitava, migliorano notevolmente la coordinazione dei movimenti “ va tenuto conto, i farmaci antiepilettici  hanno spesso tra i tanti effetti indesiderati , collaterali, la mancanza o carenza di coordinazione di movimenti, ne consegue, nel caso di sport  o esercizi ginnici dove occorra  una certa coordinazione tra i vari movimenti del corpo e tra gli atleti, non si può pretendere che, il soggetto risponda perfettamente ai comandi alle regole sportive – evitando così ansie e  panico, situazioni assai rischiose essendo queste reazioni psiche tra i più destabilizzanti la sindrome epilettica . raggiunto un buon livello di coordinazione si avranno meno crisi e di minore violenza. Lo sport di gruppo (non agonistico, possibilmente da evitare)porta l’individuo epilettico a   socializzare nel gruppo  di  atleti, migliorando notevolmente la capacità cognitiva, nel riconoscere le proprie capacità e limiti (i quali non vanno superati) .

Prima di intraprendere qualsiasi attività sportiva lavorativa è di fondamentale importanza , rivolgersi  al medico specialista neurologo , e al medico specialista nella materie sportive – queste figure professionali – prescriveranno visite ed esami di laboratori /strumentali , in questo modo fornendo a chi è portatore della sindrome epilettica delle indicazioni precise di cosa si potrà fare o non fare – è da tenere presente sono solo indicazioni, non imposizioni, solo chi è portatore della sindrome epilettica  ha la facoltà di prendere l’ultima decisione e la sua responsabilità nell’agire o non agire in certe discipline sportive.(così facendo chi è portatore  della sindrome epilettica si responsabilizza, non darà le colpe agli altri , per crisi  epilettiche evitabili con un minimo di ragionamento preventivo, giocando in anticipo su fattori scatenanti , usando le auree .(Ogni volta che si presentono le aure , la parola d’ordine è, fermarsi , non proseguire oltre e farle regredire).

Oltre la visita medica, prima di iniziare l’ attività sportiva o di ginnastica  riabilitativa od altra forma di ginnastica è bene sapere:

1)      La funzionalità cardiaca, polmonare, renale aumenta, con questo si rischia di alterare l’equilibrio idro-salino  ( dei sali, basi, acidi) a seguito sudorazione, consumo  di più calorie grassi, proteine ecc.) Tale equilibrio di concentrazioni plasmatica va mantenuto il più stabile possibile, per evitare  l’alterazione della concentrazione plasmatica dei principii attivi assunti per cura.

2)       Pure la concentrazione degli zuccheri va tenuta sotto controllo, con l’attività sportiva si rischia la crisi per ipo-glicemia ( le auree aiutano a comprendere quando è il momento di assumere gli zuccheri – “DISTURBI NELLA CONCENTRAZIONE, CONFUSIONE MENTALE, DISTURBI VISIVI “).

Compresa la parte di alterazione chimica elettrica  nelle attività sportive, si è già ad un buon punto di controllo della sindrome epilettica.

Lo sfasamento dell’equilibrio della sindrome epilettica (voltaggio-dipendente avviene  pure attraverso le azioni meccaniche esercitate di muscoli e sui muscoli  con l’esercizio fisico dell’attività sportiva, alcuni esempi:

a)      La corsa , la corsa ad ostacoli, il salto in alto, il salto in lungo; queste attività sportive, con il brusco cambiamento di stato di quiete a quello di moto, portano a dilatare un serie di muscoli, per poi contrarsi  i rapida successione, con il brusco arresto, dopo la forte accelerazione e decelerazione (questo va controllato . modulato il rilassamento dei muscoli   utilizzati- più si è allenati al riscaldamento dei muscoli e al suo rilassamento meno rischi si avranno – per il salto , si aggiungono la caduta altri muscoli sono interessati… da tenere sotto controllo (ogni qualvolta si presentono le aure per un certo esercizio sportivo o ginnico ci si deve fermare, riprendere nei giorni seguenti); le auree ritornano per lo stesso sport esercizio, pur essendo passato del tempo, si riprova, le auree continua ripresentarsi , quel tipo di attività sportiva o esercizio ginnico non andrà più fatto, evitato, se si vorrà riprovare in là negli anni lo si potrà fare.

b)      Lo sport della palla a canestro: provare è importante, nel caso le vibrazioni della palla che sbatte sul terreno e in fase di palleggio tale vibrazione viene percepita dalle mani o dai piedi e da disturbo, questa pratica sportiva al momento non è idonea al soggetto.

c)      Il nuoto, questo sport, oltre ai vari muscoli utilizzati per nuotare i quali si dilatano e si contraggono, si aggiunge il fattore differenza di temperatura corporea  dell’aria e dell’acqua, la buona pratica insegna che si deve bagnare tutto il corpo lentamente a più riprese, con la stessa acqua in cui  si vorrà immergere per la nuotata(in questo modo si eviterà una forte contrazione della muscolatura (le crisi epilettiche avvengo in fase di contrazione di rilassamento dei muscoli non in fase eccitatoria dilatazione dei muscoli stessi). Imparando  a non fermarsi di colpo rallentando un po’ alla volta la corsa si evitano   le brusche contrazione dei muscoli.

d)      Gli sport i quali necessitano di rotazioni del corpo testa,( lancio del disco, del martello , giavellotto, del peso) occorre molta prudenza, dato il fatto che intervengono i muscoli gravitazionali , molto potenti, rilasciano molta energia elettrica in circolo nel sistema nervoso( con rischio di superamento della soglia epilettogena). Provare conviene sempre, facendo attenzione alle auree.

 

EPILESSIA – VIAGGI E TEMPO LIBERO

EPILESSIA – VIAGGI e TEMPO LIBERO

Le persone portatrici della sindrome epilettica, con le dovute attenzioni, caso per caso , possono viaggiare e dedicarsi alle più svariate attività ricreative.

Il madornale errore che si viene a commettere , evitare impedire, di viaggiare con vari mezzi di trasporto e nello contempo  le varie forme di divertimento  – per la sola paura che possa scatenarsi la crisi epilettica fuori casa, gli altri vengano a conoscenza della sindrome epilettica ;

evitando le esperienze di qual tipo si voglia, non giova al recupero cognitivo del “POST CRISI EPILETTICA”.

L’avere sicurezza il dare sicurezza, il sdrammatizzare l’evento delle crisi epilettiche, riduce il rischio dello scatenarsi della crisi stessa :togliendo uno dei fattori primari “ LO STATO D’ ANSIA”; questo ha valore pure nelle altre situazione della vita.

Importante non imporre o in imporsi, il dovere viaggiare , divertirsi ecc. – adducendo – la vita va vissuta – con questo non evitando le situazioni momentanee di rischio di crisi epilettica – non te la senti oggi? Dopo un minimo di sforzo mentale – riproverai domani, tenendo nella memoria le auree, viaggiando con un mezzo al posto di un altro, si presentono le auree e continuano a presentarsi anche a distanza di tempo , provando e riprovando “ QUEL MEZZO DI TRASPORTO non va  più usato”, voi per le troppe vibrazioni meccaniche, rumore, rullio ecc.;

a titolo di esempio, il viaggiare con le auto le motociclette, biciclette , treno navi aeromobili, in comune hanno l’accelerazione e decelerazione, e più o meno repentini  cambi di direzione, tutto questo comporta un continuo adattamento dei muscoli gravitazionali (aumento della tensione della corrente in circolo per  il sistema nervoso), imparando ed avendo imparato come compensare il variare  della gravità, sapendo che, le crisi avvengono nel momento in cui avviene il rilassamento, pilotando tale rilassamento, grossi problemi nel viaggiare non c’è ne sono;

Per i treni oltre alla velocità di avanzamento sulla strada ferrata e brusca frenata, vi è da tener conto le vibrazioni e d’ eventuali salti delle ruote del treno a seguito agli scambi  e/o   la  mancata continuità tra binario e binario;

invece per i mezzi aerei vi è da tener conto  all’eccesso di rumore e vibrazioni nell’aeroporto, con il continuo aumento e calo di rumore e vibrazioni, oltre al variare repentino  della pressione legata al cambiamento di altitudine (qui entrano in gioco i muscoli gravitazionali );

il viaggio sulle navi, per chi soffre del mal di mare (rullio della nave) a seguito il mare in continuo movimento, pima di intraprendere il viaggio con la nave, barca ad altro mezzo  che si sposti sul mare, dovrà controllare questa “SINDROME MAL DI MARE” lo stesso dicasi per il mal d’ auto , aereo, tram, metropolitana, pullman – corriera.

Tali problematiche si superano, provando e riprovando  a più riprese  nel tempo, senza fretta di risolvere le problematiche sopra accennate(l’uso di farmaci potrebbe andare in contrasto con i farmaci anti epilettici, alterando il metabolismo dei farmaci stessi, con effetti collaterali non disiderati e rischio del presentarsi di auree e crisi.

Il viaggiare comporta oltre ad usare i vari mezzi di trasporto, pure, il cambio di orari nel dormi/veglia, l’orario dei pasti, e mangiare cose diverse di quando si sta a casa, questo può comportare l’alterazione della concentrazione plasmatica dei principii attivi assunti per cura, con le conseguenze che può comportare.

Il danno maggiore è, nel non viaggiare per la paura delle crisi epilettiche, in questo modo non si acquisisce una buona capacita cognitiva, nel conoscere, oltre che i propri limiti , non viene messo in atto, il confronto tra altri ambienti e persone.

Il divertirsi ad ogni costo quel che costi, a  discapito della propria  integrità psicofisica, non si verrà mai a capo , a controllare perfettamente le crisi epilettiche, non ci saranno farmaci, i quali curino gli errori fatti nella gestione della sindrome epilettica – portando il neurologo a diagnosticare “EPILESSIA FARMACORESISTENTE”.

Alcuni esempi di divertimenti altamente sconsigliati per chi è portatore della sindrome epilettica voltaggio-dipendente:

1)       Frequentare le discoteche le sale da ballo, per elevato rumore musicale i decibel sono elevati, e mal distribuiti nell’ambiente; gli impianti di illuminazione sono con luci intermittenti ed accecanti, le vibrazione sonore meccaniche trasmesse dal pavimento agli arti inferiori sono elevatissime;

2)      La pratica del ballo, comporta repentini cambiamenti di posizione, dell’assetto dell’ equilibrio della postura (i muscoli gravitazionali sono costretti ad intervenire spesso , con ciò che può comportare).

3)      Il frequentare le sagre paesane, in questi luoghi il rumore è elevato, e variabile da zona a zona della sagra.

Alcune giostre, per chi è portatore della sindrome epilettica voltaggio dipendente, sono da evitare (provare  anche queste giostre sconsigliate, fa aumentare il controllo di se stessi) NEL CASO NON SI SENTA DI AFFRONTARE CERTE PROVE DI DIVERTIMENO, AL MOMENTO VANNO EVITATE QUESTE PROVE;

a)      Le montagne russe , l’otto volante,  le gabbie da far girare con la propria forza, per la ragione che entrano in azione troppo spesso i muscoli gravitazionali – i più potenti . i quali fanno aumentare a dismisura la tensione la corrente “rischio di superamento della soglia epilettogena”;

b)      L’ autoscontro , per i colpi che si vengono a prendere, in questo modo si va ad alterare  in modo violento e repentino la tensione dei muscoli, costretti a dilatarsi e contrarsi ad ogni colpo preso contro l’altra auto;

c)      Le catene, per la loro forza centrifuga , ed eventuale spinta verso l’alto  di chi siede dietro,  i muscoli gravitazionali sono costretti ad intervenire più volte in breve tempo, non avendo  tempo di dissipare l’ energia bio elettrica prodotta si rischia il superamento della “soglia epilettogena”.

d)       L’altro fattore di rischio, per puro divertimento, sono i fuochi pirotecnici, per chi soffre della sindrome epilettica voltaggio dipendente; si combinano , eccesso di rumore ed improvviso, dal buio della notte alla luce dei fuochi artificiali, in questo caso entrano in azione i muscoli  dell’udito e oculari.

Tutto ciò , non vuol dire che non si debba e possa provare le varie situazioni  che potrebbero portare allo svago, anzi , è  di fondamentale importanza, per acquisire stabilità emotiva, la capacità cognitiva – importante riconoscere l’insorgere delle auree e farle regredire, evitando la crisi epilettica.

La mancanza di esperienze di qual si voglia natura, non rafforza di certo , l’evitare delle crisi, anzi rende l’individuo dipendente succube di altre persone.

 

 

EPILESSIA FARMACORESISTENTE

EPILESSIA FARMACORESISTENTE

Il mancato controllo delle crisi epilettiche, da parte delle terapie farmacologiche “ANTIEPILETTICI” a lungo andare determina la così detta “ EPILESSIA FARMACORESISTENZA”.

La farmaco resistenza (le crisi epilettiche non vengono controllate dai farmaci), anzi a volte si aggrava lo stato  di male epilettico.

Prima di diagnosticare l’epilessia farmaco resistente è opportuno verificare il diario delle crisi epilettiche, il quale va redatto  in modo preciso, senza tralasciare nessun elemento di variabilità (il controllo delle crisi epilettiche, è un’equazione  complessa ”nel caso si continui a commettere errori l’equazione non si risolve”, risolta l’equazione, le crisi epilettiche non torneranno più).

1)      L’errore comune è la paura della crisi epilettica, superata la paura si è già un buon punto;

2)      L’altro errore è quello di pretendere  il miracolo di una rapida  guarigione dagli attacchi epilettici da parte  (DEL NEUROLOGO E FARMACI), il neurologo per poter dare delle dritte fondamentali, necessità di lealtà e sincerità da parte di chi soffre della sindrome epilettica (non sempre si è leali e sinceri … si mente al neurologo su molte crisi ed aspetti che le hanno determinate); il pretendere che i farmaci agiscano subito, ci vuole del tempo prima che i farmaci raggiungano il valore terapeutico  nel sangue(oltre all’adattamento dei vari organi, al principio chimico assunto per cura); tutto questo senza metterci di proprio (evitando i fattori che vanno a scompensare la sindrome epilettica e/o porre azioni di resistenza all’avanzare delle crisi epilettiche stesse;

3)      Tale comportamento comporta l’aumento dei dosaggi, il variare di terapie la combinazione di più terapie in contemporanea (questo determina  interazioni, difficoltà  del controllo del metabolismo “concentrazione plasmatica” dei principi attivi assunti per cura;

4)      Il continuo variare dei principi attivi per porre fine alle crisi epilettiche, prima che poi, va ad instaurarsi  , meglio dire , la DIAGNOSI DI  EPILESSIA FARMACO RESISTENZA.

In parole povere, nessun farmaco antiepilettico porrà fine alle crisi epilettiche, più o meno come avviene con gli antibiotici, se usati male, determinano il proliferare di ceppi batterici resistenti agli antibiotici – nel caso delle crisi epilettiche i vari principi attivi non daranno più effetto sul controllo delle crisi epilettiche.

La farmaco resistenza, spesso porta ad intervenire chirurgicamente  nel cervello, per asportare i “FOCOLAI” le zone che danno le crisi epilettiche.

Personalmente, prima dell’intervento chirurgico, proverei  a sospendere ogni terapia antiepilettica, dato il fatto che pur assumendo i farmaci con regolarità ed avendo evitati  tutti i fattori di rischio , i quali vanno a scompensare la sindrome epilettica – avendo crisi epilettiche egualmente, provare a sospendere la/e terapia/e  in modo lento e regolare( SOTTO DIRETTO CONTROLLO DEL NEUROLOGO) , non peggiora la situazione clinica; potrebbe accadere di scoprire prima dell’intervento chirurgico per la rimozione dei “FOCOLAI EPILETTICI” le vostre crisi erano determinate dai farmaci stessi, per essere allergici ai principi usati per cura, con questo non aver più necessità dell’intervento chirurgico.

AI LETTORI ,INTERESSATI A MAGGIORI INFORMAZIONI , MEDICO SCIENTIFICHE SULL’INTVERENTO CHIRURGICO PER ASPORTAZIONE DEL FOCOLAIO EPILETTICO,  cliccare sul link sottostante. vedrete il video.

Chirurgia Epilessia all’Istituto Neuromed di Pozzilli www.youtube.comLa Chirurgia dell’Epilessia all’Istituto Neuromed di Pozzilli.

 

IL COMA EPILETTICO L’ ASSISTENZA

IL COMA EPILETTICO L’ ASSISTENZA

L’ evento del coma epilettico, conseguenza della  sindrome epilettica e crisi associata, nel caso non sia stato possibile evitare la crisi epilettica, per svariati motivi, il cervello scollega, toglie la corrente  o meglio l’abbassa di tensione, tenendo al minimo  le funzionalità  cardiache, polmonari, renali ecc.  ; tutto questo per dare  modo di riparare i danni , le lesioni di vari organi, compreso il cervello, dopo l’insulto delle convulsioni (SCARICHE TONICO CLONICHE).

La scienza medica usa il “COMA FARMACOLOGICO” indotto con i farmaci, quando il paziente è gravemente traumatizzato.

Personalmente non condivido, questa pratica di  procurare il coma con i farmaci, dati gli strascichi che lascia il coma a chi più chi meno.( cosa certa i medici utilizzano questa pratica di indurre il coma  con farmaci , per il male minore).

Chi  soffre della sindrome epilettica ed entra in coma a seguito , mancato controllo delle crisi stesse, non necessita  di ricoveri ospedalieri , salvo che ci siano problemi del blocco del battito cardiaco e della respirazione – oppure durante la fase convulsiva , l’epilettico non si sia traumatizzato a tal punto  di essere ricoverato in reparti idonei , per ricomporre, ridurre le fratture  ecc. .

Il coma , generalmente ha una durata da pochi minuti ad alcune ore (da non confondere il coma con il sonno ristoratore).

L’assistenza di chi è andato in coma epilettico:

1)      Chi vede la persona nello stato di coma epilettico, spostare la persona solo se si trova in situazioni di pericolo, al freddo alla pioggia, al sole. Possibilmente , la persona va lasciata li dove si trova (per evitare traumi, non solo psicologici), ci si deve limitare a coprire la persona, non andarsene;

2)      Limitare  l’eccesso di luce, di rumore, di vibrazioni meccaniche provenienti dal terreno (il trasporto con autoambulanza od altri mezzi, potrebbe dare origine ad altre crisi epilettiche e ripetute nel breve arco di tempo);

3)      È opportuno, limitare le parole tenere la voce bassa, durante lo stato di coma si ascolta, si vede, si percepiscono le varie sensazioni tattili, olfattive gustative (anche se non sempre) – il coma non permette di comunicare il disagio percepito dalle azioni fatte da altre persone – pertanto certe azioni potrebbero essere considerate violenza fisica/psichica da chi si trova in coma.

4)      L’uso di dosi di antiepilettici durante lo stato di coma, non serve, anzi, va ad alterare il metabolismo  dei farmaci assunti con regolarità, con il rischio di determinare altre crisi dopo il coma epilettico.

5)      Il ricovero in ospedale, il risvegliarsi in ospedale dopo il coma, potrebbe essere considerato un rifiuto, la non accettazione  della situazione di criticità, da parte dei genitori /parenti – ( producendo disagio psichico fisico, difficilmente sanabile).

6)      Possibilmente, chi si risveglia dal coma epilettico è bene che si ritrovi nello stesso ambiente e con le stesse persone, che aveva lasciato prima di entrare in coma epilettico.

PREPARARSI A PREVENIRE LE CRISI EPILETTICHE

PREPARARSI A CONTRASTARE L’ AVANZARE DELLA CRISI EPILETTICA.

Ricevuta l’iperstimolazione  “l’insulto”, alterato il metabolismo dei farmaci antiepilettici, non avendo dato importanza alle auree o non percepite (si entra nel superamento della soglia epilettogena.

Coloro che hanno compreso come far regredire le auree (non sempre possibile), dipende da molteplici fattori – allontanarsi dalla fonte che ha derminato l’aura in modo lento e continuo senza movimenti bruschi (a volte è sufficiente chiudere gli occhi le orecchie per alcuni istanti o piegare gli arti  e staccarsi dalle macchine che emettono rumori vibrazioni meccaniche); per le uree generate dall’alterazione degli zuccheri è sufficiente a volte assumere un po’ di zucchero o smettere di mangiare per alcuni istanti e cambiare cibo(ilo cibo che genera spesso auree non va più mangiato); a volte alcune auree, si fanno regredire con la semplice respirazione aumentando diminuendo gli atti respiratori al minuto e la quantità d’aria  espulsa dai polmoni e respirata in litri/minuto ( questo sistema va variare la capacità del “condensatore” la concentrazione del carbonato di calcio nel sangue, questo fa si, il stabilizzarsi delle cariche elettriche, impedendo il superamento della soglia epilettogena e la crisi epilettica associata.

Superata questa fase di PREVENZIONE DELLA CRISI EPILETICA si entra nella seconda fase, inizio della crisi epilettica – la azione , la parola d’ ordine è mantenere la calma (agitandosi, con lo stato d’ansia,  presi dal panico, non si fa altro , si aggrava la situazione, portando i muscoli  a contrarsi e dilatarsi maggiormente, questo vuol dire ( più scariche bio elettriche date dal  FUSO NEUROMUSCOLARE) ed è subito crisi epilettica; invece mantenendo la calma, pur agendo in modo tempestivo  sul controllo dei muscoli i quali nel frattempo  stanno dando scariche tonico cloniche (convulsioni), rendendoli in attivi  con la volontà rendendoli rigidi , impedendo a questi muscoli di oscillare, contrarsi e dilatarsi al di fuori di ogni controllo, in questo modo si evita la reazione a catena, altri muscoli siano interessati dalle scariche tonico cloniche… in questo modo si arresta la crisi epilettica derivante dalla sindrome epilettica voltaggio dipendente scompensata.

Importante è stendersi, lentamente a terra lontano da ostacoli, cercando se è possibile mettersi o altri mettono sotto  la testa  qualcosa per attutire  lo sbattere della testa sul pavimento o sul terreno.

IN MODO ASSOLUTO NON VA TRATTENUTO NESSUNA PARTE DEL CORPO IN FASE CONVULSIVA . data l’elevata energia liberata,  con il trattenimento degli arti si potrebbero fratturare rompere, tanto meno , mettere un fazzoletto od altro tra la lingua; si rischia di esser morsi , di soffocare chi è in fase convulsiva “CON SCARICHE TONICO CLONICHE”. Le cose da farsi , nel caso si è presenti, sono 3;

far si che la testa rimanga piegata lateralmente, in modo tale  che la saliva possa uscire dalla bocca senza creare problemi di respirazione; se si vuole tenere testa e arti in modo elastico per attenuare  lo sbattere degli stessi in modo meno violento, mai bloccare le parti con scariche tonico cloniche.

La terza fase è il coma più o meno vigile

Il vedere una persona con coma epilettico non deve spaventare, il coma non è altro che la difesa messa in atto dal cervello per evitare danni ulteriori e dar modo di riparare i guasti prodotti dalla crisi epilettica, non  evita, per varie ragioni.

La presa della conoscenza e la della coscienza dei propri limiti, è di fondamentale importanza, per le ragioni sopra descritte, e chi soffre di epilessia che potrà agire nel modo più consono per evitare le crisi. Epilettiche tutti gli altri , possono essere solo di supporto ed evitare dio aggravare le situazioni di rischio  (SINDROME EPILETTICA SCOMPENSATA).

SINDROME EPILETTICA SCOMPENSATA DALL’OLFATTO/GUSTO

La sindrome epilettica scompensata dall’olfatto

I recettori dell’olfatto (odorato) e del gusto, attivati dagli stimoli (odori, profumi, dolci amari acidi ecc..) determinano una contrazione / dilatazione della muscolatura connessa ed interconnessa  con ricettore dell’olfatto e/o del gusto, dando luogo a una serie di scariche bioelettriche date dal fuso neuromuscolare sommata alla produzione di corrente derivante dallo stimolo stesso – tale situazione per i soggetti predisposti, potrebbe dare origine al superamento della “soglia epilettogena”.

In linea di principio, vanno evitati tutti gli odori molesti, lo stesso dicasi per i gusti percepiti; questo varia da individuo ad individuo a seconda della situazione , dello stato di male epilettico, da i tipi  di farmaci assunti.

La sensazione di disagio percepita ”AUREA” sia a livello olfattivo che gustativo, per solito da un segnale ben preciso, nel caso si  assumi una bevanda un cibo , il quale all’olfatto e/o al gusto da disagio è sgradevole, l’assumere, comporterà disagi maggiori- in linea di principio vanno evitati i cibi acidi piccanti, questi cibi dando contrattura muscolare fa aumentare la corrente, ogni individuo si regolerà come meglio può; cosa certa non potrà essere obbligato ad assumere cibi e bevande le quali danno auree.

Altra cosa  sono i farmaci antiepilettici i quali a volte cambiano di sapore ed odore, questo denota il variare degli eccipienti “ elemento sottovalutato dagli esperti in Epilessia”, questo denota il principio attivo viene asseblato con altre sostanze chimiche, le quali a lungo andare o nell’istante dell’assunzione del farmaco dare luogo alla variazione della farmacocinetica: rischio  di percepire molte auree nuove mai registrate prima, con l’alterazione della concentrazione plasmatica le crisi epilettiche , derivanti da questa forma scompensata dal variare degli eccipienti.

Il percepire disagio per odore e gusto di certi cibi, non è sempre detto che siano avariati, potrebbe essere il campanello d’allarme, assumendo quel tipo di alimento si vada ad alterare  il metabolismo, la concentrazione plasmatica del dei farmaci assunti per cura .